La perdita dei denti può determinare un riassorbimento osseo in misura più o meno variabile con conseguente diminuzione della quantità di osso disponibile per inserire impianti necessari per la riabilitazione masticatoria ed estetica.
Gli impianti dentali devono essere inseriti nella posizione ideale alla realizzazione del dente e in tessuti (osso e mucosa) che possano garantirmi la salute e la funzionalità dell’impianto stesso.
ODONTOIATRIA
Implantologia e ripristino della funzione masticatoria
PROBLEMA
Una procedura complessa per tornare a masticare
APPROCCIO
Esperienza e modelli di studio all'avanguardia
Le tecniche di rigenerazione ossea necessitano di strutture idonee, richiedono conoscenze anatomiche e chirurgiche approfondite ed una particolare esperienza da parte dello specialista che deve eseguire la procedura.
Fondamentale sarà effettuare una corretta diagnosi della problematica e ascoltare le necessità del paziente.
La dimensione tridimensionale del tessuto osseo dovrà essere definita mediante esame radiografico (Tac Volumetrica – TC Cone Beam).
Questo, assieme a modelli di studio elaborati grazie ad impronte ottiche, permetterà al clinico di proporre differenti terapie cercando di capire le necessità ed aspettative del paziente.
Per ogni paziente è infatti necessario valutare costi e benefici: quando mancano gli adeguati volumi ossei in seguito alla perdita di elementi dentari, è necessario aumentare le dimensioni e le caratteristiche dei tessuti, mediante tecniche chirurgiche ricostruttivo-rigenerative, aumentando però allo stesso tempo l’invasività dell’intervento, la durata della procedura e del decorso post-operatorio.
Un quadro clinico di assenza di osso in altezza e larghezza
È opportuno seguire un percorso diagnostico rigoroso e un’analisi delle caratteristiche generali e le condizioni locali per costituire le prime tappe del percorso terapeutico.
A seconda della componente del difetto distinguiamo una rigenerazione ossea orizzontale o verticale.
La procedura viene realizzata attraverso l’utilizzo di biomateriali:
- membrane collageniche riassorbibili o non riassorbibili
- osso che può essere prelevato dal paziente stesso (autologo) , di origine animale (eterologo) o di sintesi artificiale (alloplastici)
Un quadro clinico in cui l’estrazione del dente causerebbe riassorbimento
Quando uno o più denti vengono estratti i tessuti molli e l’osso possono cominciare a collassare. Senza la radice del dente a stimolarlo, l’osso mascellare circostante inizierà quasi immediatamente a riassorbirsi e a ridursi.
Se vi è troppa perdita ossea potrà essere impossibile posizionare degli impianti dentali e potrà diventare più costoso, più invasivo, più doloroso e potrebbe necessitare di più tempo per sostituire l’osso perduto.
Un quadro clinico in presenza delle condizioni tissutali ideali
L’esame orale focalizzato alla chirurgia implantare deve mirare alla valutazione dell’integrità strutturale dei denti esistenti, della salute parodontale, dell’occlusione, della relazione tra mandibola e mascella, dello spazio esistente tra le due arcate e dell’igiene orale. Inoltre, è necessaria la valutazione dei tessuti molli (gengiva) e duri (osso) della zona destinata a ricevere l’impianto o gli impianti dentali.
Se dovessero esserci le condizioni ottimali per garantire masticazione, funzione ed estetica si potrà immediatamente iniziare la chirurgia implantare.
Un quadro clinico di assenza di una adeguata qualità e quantità di mucosa
Il nostro obiettivo è quello di ripristinare i denti mancanti e fornire funzionalità, stabilità e mantenendo o migliorando l’estetica.
Da un punto di vista clinico una mucosa cheratinizzata sottile e ridotta attorno agli impianti può favorire l’infiammazione della mucosa, il riassorbimento osseo, fino alla perdita dell’impianto stesso.
L’interfaccia di tessuto molle (gengiva-mucosa / impianto) è costituita da una stretta banda di fibre di collagene che mantengono i tessuti molli attorno al collo dell’impianto: questo sigillo circonferenziale è un prerequisito per il successo a lungo termine di un impianto dentale.
Il mancato raggiungimento di questo sigillo potrebbe comportare gravi problematiche all’impianto come mucosite perimplantare o perimplantite.
SOLUZIONE
Ogni sorriso è unico e tutti i nostri trattamenti hanno l’obiettivo di mantenere quell’unicità.
L’ascolto delle esigenze del paziente è un momento fondamentale per poter proporre la giusta soluzione.
Preservazione della
cresta alveolare
L’atto estrattivo rappresenta una fase importante per cercare di minimizzare la perdita ossea.
Utilizzando tecniche minimamente invasive e procedure idonee è possibile ridurre questo fisiologico fenomeno e ridurre il riassorbimento osseo.
La preservazione alveolare o crestale è una tipologia di innesto osseo che ricostruisce e stabilizza l’osso dove una estrazione ha lasciato una cavità vuota, indebolita e che, se non eseguita, non mi permetterà un corretto posizionamento.
La preservazione alveolare o crestale inizia con la rimozione minimamente invasiva / atraumatica del dente al fine di preservare la massima quantità di osso. In seguito, relativamente alle differenti condizioni cliniche si dovranno utilizzare biomateriali:
La procedura viene realizzata attraverso l’utilizzo di biomateriali:
- membrane collageniche riassorbibili o non riassorbibili
- osso che può essere prelevato dal paziente stesso (autologo) , di origine animale (eterologo) o di sintesi artificiale (alloplastici)
Dopo che è stato posizionato sarà stabilizzato con punti di sutura.
Il tempo di guarigione è di circa 5-7 mesi prima che un impianto dentale possa essere inserito.
Impianti
post estrattivi
Dopo aver estratto un dente bisogna attendere che l’alveolo guarisca. Come detto in precedenza il tempo necessario è di 3-6 mesi. A guarigione avvenuta è possibile inserire un impianto dentale.
Ci sono però situazioni in cui è possibile effettuare estrazione e inserimento implantare nella stessa seduta: in questo caso si parla di impianti post estrattivi.
Gli impianti post estrattivi rappresentano un’alternativa terapeutica che comporta alcuni importanti vantaggi tra cui:
- riduzione delle sedute chirurgiche e del discomfort per il paziente;
- riduzione dei tempi operativi.
Eseguire un impianto post estrattivo non esclude la possibilità di dover attuare un incremento o preservazione dei tessuti duri (rigenerazione ossea) e molli (innesti connettivali).
Edentulia e
chirurgia implantare
Dagli anni ’80/’90 in poi, grazie a tecniche chirurgiche sempre più precise ed evolute, più del 95% degli impianti inseriti hanno ottimi livelli di predicibilità e affidabilità.
Gli impianti dentali ci consentono di ripristinare le corrette funzioni masticatorie ed estetiche a seguito della perdita di uno o più elementi dentali.
Gli impianti dentali ossei sono viti in titanio, materiale biocompatibile e resistente, che possono sostituire uno o più denti mancanti.
Il vantaggio di questa procedura è quello di salvaguardare i denti residui evitando di dover riabilitare con ponti tradizionali.
Uno degli aspetti fondamentali per la pianificazione del caso è l’identificazione delle motivazioni per cui si decide di sottoporsi ad una terapia implantare: queste ci permettono di capire quali siano le aspettative del paziente e se saremo in grado di soddisfarle.
Nel caso in cui sia richiesta una micrometrica precisione nel posizionamento implantare può essere necessario utilizzare una guida per l’inserimento dell’impianto dentale, cioè una dima chirurgica ricavata dalla progettazione della corona definitiva e dalla simulazione su supporto digitale della chirurgia implantare (implantologia computer guidata).